Con il Comunicato del 30 novembre 2022 l’ANAC ha fornito indicazioni e suggerimenti specifici alle Stazioni Appaltanti per l’applicazione dell’articolo 46-bis del Codice delle pari opportunità (d.lgs. n. 198/2006), introdotto dall’articolo 4 della legge 5/11/2021, n. 162, che richiede la previsione, nei bandi di gara, di criteri premiali in relazione al possesso della certificazione della parità di genere, questo a dimostrazione che i criteri di qualifica tecnica, sociale ed etica viaggino di pari passo con quelli economici, legati esclusivamente all’offerta più vantaggiosa.
Per un’azienda, avviare oggi un percorso di certificazione sulla parità di genere, è la modalità più sicura ed affidabile di vedere riconosciuto il proprio impegno, il proprio potenziale, creando valore aggiunto e dimostrando quell’esigenza di sviluppo organizzativo prima mai espresso.
La prassi di riferimento UNI PdR 125:2022 definisce le linee guida per un sistema di gestione per la parità di genere; ha inoltre l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale, la parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità e della genitorialità.
È sostenuta anche da appositi incentivi di natura fiscale e in materia di appalti pubblici, riconoscendo alle aziende certificate lo sgravio dell’1% fino a 50mila euro sui contributi INPS e premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei. Inoltre, con i fondi del PNRR, il Dipartimento per le pari opportunità attiverà misure di accompagnamento e sostegno delle imprese di medie e piccole dimensioni che vorranno certificarsi.
La Certificazione per la Parità di genere è applicabile a qualsiasi tipo di Organizzazione, sia del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività.